L’opera di Pasolini non è muta. La musica svolge un ruolo fondamentale, dal suono delle parole agli accenni a musiche e canzoni, continuamente presenti negli scritti, così come nei suoi romanzi c’è una permanente evoluzione del paesaggio musicale. La musica però gioca un ruolo essenziale nei suoi film: «il suo orizzonte - scrive Giampiero Bigazzi - si pone nella realtà, è sempre proiettato verso il mondo e ne cattura la musica, avvolta in quella angosciata energia che ha segnato tutta la sua vita, fino all’ultimo atto». Nei suoi primi film Pier Paolo Pasolini decide di ingaggiare musiche molto impegnative. Non ha rapporti con compositori specializzati, le seleziona e le applica personalmente. È musica che in qualche modo gli appartiene, che interpreta come arte, un idioma adeguato al suo mondo culturale; rappresenta il mondo più intimo del regista, una sorta di sua diversificazione culturale che non è solo musica funzionale alle immagini. Nelle prime produzioni utilizza musiche di Bach, Vivaldi, Mozart, Prokofiev e Webern. Da Uccellacci Uccellini (1966) inizia invece la collaborazione con Ennio Morricone e l’abbandono (però mai definitivo e mai completo) della preesistente musica classica. Il grande compositore ha più volte raccontato il primo incontro con il regista, quando gli mostrò una lista di celebri brani chiedendo “cortesemente” al Maestro di adattarli. Morricone si rifiutò di fare arrangiamenti di musiche altrui: «Lui rimase in silenzio alcuni secondi, disorientato, poi mi disse: allora fai come vuoi…rimasi spiazzato dalla reazione di Pasolini, mi aveva dato la sua totale fiducia». Ennio Morricone ha quindi realizzato le musiche per altri sette film di Pasolini (La Terra vista dalla Luna, episodio tratto da Le streghe, Appunti per un film sull’India, Teorema, Decameron, I Racconti di Canterbury, Il Fiore delle Mille e una Notte, Salò o le 120 giornate di Sodoma). Quello fra lo straordinario musicista e il grande poeta fu un sodalizio profondo, prova di un’amicizia ricca di rispetto e apprezzamento reciproco. Fra l’altro la collaborazione ebbe momenti al di fuori del cinema come quando, nel 1970, Pasolini scrisse per Morricone il testo di Meditazione orale, oppure Caput Coctu Show, per otto strumenti e un baritono (1969), o anche la Postilla in versi, per un brano che il compositore terminò soltanto nel 1989. Questo concerto vuole ripercorrere lo straordinario connubio tra i due grandi artisti, attraverso l’esecuzione delle pagine più belle delle pellicole di Pasolini musicate da Ennio Morricone, riprodotte visivamente alle spalle dei musicisti. La realizzazione del concerto sarà a cura del quartetto strumentale del Bel Canto Ensemble (flauto, clarinetto, corno e pianoforte), senza la partecipazione di cantanti lirici.
|